Perché parlare di energia femminile e yoga? Perché il potere delle Dea e l’immagine di Durga?
Le donne sono detentrici di un grande potere, di una grandissima forza, sono molto legate ai cicli lunari dei quali subiscono gli influssi, oscuri o luminosi che siano. Ancora oggi una donna che manifesta apertamente la sua forza (che sia creativa, intellettuale, sessuale) e le sua libertà di espressione è capace di mettere a disagio. Questo avviene anche quando ella manifesta un fisiologico malumore o esprime disappunto o rabbia.
In quanto donna mi sento di poter parlare in prima persona e senza ombra di dubbio asserire che culturalmente siamo state abituate a reprimere i nostri sentimenti e a considerare la rabbia qualcosa di sempre negativo, “poco educato”. Questo ci porta fin troppo spesso a nascondere questa emozione “scomoda” per la società.
Mi è capitato spesso di riscontrare che molte praticanti si avvicinassero allo yoga per “eliminare” la rabbia, cercando così di fuggire a quella parte dalla loro natura passionale e ancestrale che riguarda anche lo sfoggio di una certa “aggressività” nella vita. Tuttavia quando la rabbia viene espressa da un uomo spesso non ci si fa neanche caso, per quanto spropositata possa essere e si tende a giustificarla e contestualizzarla ( ad esempio durante le partite di calcio o le manifestazioni sportive che spesso degenerano in vere e proprie battaglie).
Molte volte a lezione mi son sentita dire : “sicuramente tu non ti arrabbi mai” o da quando faccio yoga “lascio correre”, “preferisco non scontrarmi con le opinioni di..” , io ovviamente cerco sempre di sottolineare che lo yoga non serve a reprimere le emozioni, ne’ tanto meno a farle sparire e trovo molto innaturale e preoccupante quando questo accade, a maggior ragione dopo soli pochi mesi di pratica. Con lo yoga si può altresì integrare ed accettare le emozioni che fanno parte di noi per una sempre maggiore consapevolezza.
(Vedi a tal proposito https://www.vijaya.it/yoga-e-rabbia-riconoscere-accettare-gestire-emozione/ ).
Io tendo a lavorare molto anche tramite Asana specifici, sugli aspetti di forza femminile, su quelli che sono gli aspetti guerrieri insiti in noi, troppe volte rivedo in alcune donne con cui mi capita di condividere una pratica la voglia di reprimere la loro forza, la loro aggressività per uniformarsi ad una società, ad un ambiente lavorativo e famigliare retrogrado e patriarcale che ci vuole sempre di buon umore. Ho scoperto con gli anni, lavorando con lo yoga, lo shiatsu ed il tuina che tantissime donne soffrono di stitichezza! non lasciano andare, ne’ le emozioni ne’ le tossine del corpo perché sempre abituate a trattenere (le tossine fisiche possono trasformarsi in tossine mentali e viceversa).
Per questo motivo mi è molto cara la figura della Dea guerriera Durga, ed il suo simbolismo proprio perché ci permette di capire la bellezza di questa Dea, la potenza della shakti, l’incredibile potere femminile che ha molti aspetti, non solo la dolcezza e l’accoglienza.
Solo permettendoci di vivere a pieno tutti gli aspetti del nostro potere femminile siamo in grado di trasformare l’aggressività in eccesso in forza creativa.
Se è vero che la principale letteratura Indu è dominata dalle correnti devozionali dedicate a Siva e Visnu è altrettanto vero che esiste una tradizione molto vitale imperniata sul culto della Dea, ed ogni giorno in India vengono venerate moltissime dee (in verità le innumerevoli dee delle tradizioni locali vengono considerate sempre una manifestazione di un’unica grande Dea o, Maha Devi). Il culto hindu della Dea è molto importante anche oltre i confini dell’induismo, per esempio nel contesto della rinascita, in occidente di un culto della Dea.
Da un lato la Dea è fonte di vita, madre generosa ma dall’altra anche forza terribile e infausta.
Nei Purana e nei Tantra sono contenute diverse tradizioni narrative legate alla Dea, la sua manifestazione più nota è Durga, la dea guerriera che uccide Maisha, i demone-bufalo. Nei Purana il mito è narrato in molte varianti. Una di queste, quella più più “semplice” si può riassumere così:
Il demone-bufalo Mahisasura, (o semplicemente Mahisa, Bufalo) ha ottenuto una grazia da Brahma che fa si che il demone non possa essere sconfitto da nessun maschio. Il demone, consapevole della sua forza conquista prima il mondo, e poi non contento si appresta a conquistare il cielo, dove sconfigge in battaglia il Dio Indra.
Indra in cerca di protezione si reca dapprima presso Brahma, poi presso Siva e infine presso Visnu che, dalla loro ira creano una bellissima donna, la Devi appunto.
Gli dei creano copie delle loro armi e le affidano alla Dea, implorandole di sconfiggere il demone Mahisa.
Oltre alle copie delle armi dei suddetti dei, Durga riceve da Himavat, dio della montagna la tigre, la sua cavalcatura, e da Kubera dio della ricchezza che risiede al nord la sua coppa di vino. La Devi scoppia allora in una terribile risata e gli dei gridano vittoria.
Mahisa udendo quella terribile risata e l’urlo degli dei manda le sue truppe a scoprire cosa sia successo. Al loro ritorno le truppe raccontano al demone della bellissima Durga la Dea che non ha consorte e che racchiude in sé le qualità dell’amore, dell’eroismo, del riso, del terrore e della meraviglia.
Da lì seguono vari tentativi da parte del demone di soggiogare la Dea, prima provando a chiederla in matrimonio (per contenerla e dominarla) tramite i suoi messi e poi personalmente tramutato in un uomo bellissimo, ma Durga rifiuta dicendo di essere nata per proteggere i giusti, e lo invita a combattere. Ne segue una tremenda battaglia in cui Mahisa assume le forme di diversi animali sferrando tremendi attacchi contro Durga ,ma lei dopo aver bevuto il vino dalla coppa lo insegue e lo sconfigge con le sue numerose armi.
In questo mito sono interessanti diversi aspetti, esso si contrappone in modo diretto ai modelli femminili brahmanici espressi nei Darma-Sastra in cui la natura della donna è passiva e pacifica, dove il suo ruolo è definito dall’autorità maschile da cui ella dovrebbe dipendere come figlia poi moglie poi madre.
La Dea possiede una bellezza sconvolgente e questo si contrappone alle terribili parole che ella è in grado di proferire.
Ella incarna le qualità estetiche (rasa ) tradizionali dell’eroismo (Vira) e l’erotismo (sringara) elaborate dalla poetica sanscrita.
Alcuni sostengono che il demone sconfitto in battaglia rappresenti l’ignoranza, alcuni il pensiero, altri l’ego.
Viene considerata una delle personificazioni più potenti della Shakti (energia femminile), ella è si, una potente guerriera, ma è anche dotata di un’incredibile bellezza e compassione, di forza, dignità e integrità.
Come Durga può aiutarci nella pratica? Ad esempio possiamo visualizzare l’immagine di questa grandiosa divinità durante la meditazione, possiamo recitare il suo mantra per protezione, per invocare la sua forza ad esempio prima di qualche avvenimento che ci fa paura o in generale quando necessitiamo di particolare forza per uscire da una situazione dannosa .
Il mantra recita:
“Om Dum Durgaye Namaha”
OM e onore a Durga, la Dea battagliera, che protegge e infonde coraggio, la cui sillaba seme è DUM.
Fonti: “Hindu God and Goddesses” Stephen Knapp
“L’induismo, temi, tradizioni, prospettive” Gavin Flood
“Shakti, divinità femminili, mandala e geometrie sacre” Ekabhumi Charles Ellik
“La pratica dei Mantra, le parole della forza per la salute, la pace interiore e la crescita spirituale” Gertrud Hirshi