Capita spesso che si dia sempre più spazio alle indicazioni per l’esecuzione degli asana, con una precisione ed un rigore a volte maniacale della forma, senza soffermarsi troppo su quegli aspetti dello yoga più sottili, che a volte vengono affrontati con superficialità o tralasciati del tutto.
Vediamo alcuni aspetti di Khecari mudra, detta anche ‘chiusura della lingua’.
La pratica di questa Mudra nei testi più antichi viene descritta come l’accurata recisione del frenulo sotto la lingua così che essa possa entrare nella cavità nasale e stimolare importanti punti psichici.
Ovviamente non vedremo questa versione particolarmente avanzata dello hatha yoga, ma quella in cui la lingua viene piegata indietro, così da poter appoggiare la punta al palato (possibilmente nella zona posteriore), aiutando così il flusso energetico a salire verso l’alto.
Potete eseguirla applicando una respirazione lenta e profonda, potete praticare ujjayi pranayama .
Tenete la lingua in questa posizione per il tempo che sentite opportuno senza creare tensione.
La durata può essere dai 5 ai 10 minuti, come per tutte le pratiche si procede gradualmente.
Questa mudra ha molti benefici, stimola numerosi punti di pressione situati nella parte posteriore della bocca, vengono stimolate anche delle ghiandole che producono determinati ormoni e saliva.
Khecari mudra produce uno stato di calma e immobilità interiore, ha il potere di stimolare il prana e risvegliare kuṇḍalinī sakti.
Khacari mudra è benefica soprattutto ai fini di una guarigione interiore.
Scrive Swami Satyananda Saraswati ” La parola Khechari da due radici sanscrite khe, che significa ‘cielo’ e charya che significa ‘uno che muove’ . Khechari è associata con amrita, il nettare o elisir della vita che è secreto da bindu, un punto situato nella fontanella posteriore e poi raccolto in vishuddi. Il perfezionamento di questa pratica pone lo yogi in condizione di trattenere le gocce di amrita che scendono in vishuddi, superando la fame e la sete e ringiovanendo tutto il corpo.”
Nel suo bellissimo libro “le Dea che scorre, la matrice femminile dello yoga Tantrico” Gioia Lussana scrive: “La siddhi di ut-Karṣaṇa, cioè la spinta dell’energia dal basso verso l’alto (ovvero dalla terra al cielo della coscienza) è un tipico tratto dello yoga tantrico in cui ūrdhva-kuṇḍalinī ascende, risalendo a spirale, dal cakra inferiore di mūlādhāra fino a divenire khecarī, ‘colei che vaga nello spazio’.