Yoga e pavimento pelvico : Mula Bandha

Il pavimento pelvico è una delle parti anatomiche più importanti , ma non essendo visibile, tende spesso ad essere trascurato. In realtà questa parte gioca un ruolo di vitale importanza per la nostra salute e nella nostra pratica Yoga.  Con “pavimento” pelvico si intendono tutti gli strati di muscoli localizzati all’interno delle pelvi che ne formano la base. Lo strato più interno di questi muscoli viene detto diaframma pelvico, quello più esterno è formato dai muscoli perineali, il punto centrale di questa struttura legamentosa e muscolare è il corpo perineale, un nodo fibromuscolare che si trova tra ano e genitali.

Il ruolo di questi muscoli è quello di sorreggere dal basso il peso di tutti gli organi interni dell’addome, contrastando la forza di gravità devono fornire la pressione necessaria per respirare, ridere, tossire, starnutire e fare sforzi.

Quando un pavimento pelvico è tonico, sorregge gli organi e li mantiene in sede, quando invece non lo è, i muscoli sono come un elastico che ha perso la sua elasticità, non è più in grado di svolgere il proprio lavoro e potrebbe quindi favorire patologie come incontinenza urinaria,emorroidi o prolassi uterini e anali, talvolta rendendo necessario l’intervento chirurgico.

La consapevolezza di una pratica yoga (come il Mula Bandha) ed esercizi mirati per migliorare lo stato del pavimento pelvico sono in grado di migliorare anche l’intensità del nostro piacere sessuale, il nostro umore e il nostro stato energetico.

Lo stato del nostro pavimento pelvico va di pari passo con la qualità del nostro respiro, in quanto esso si muove come in una danza con il diaframma (durante l’espirazione il diaframma si solleva creando spazio e durante inspirazione si abbassa, e così il pavimento pelvico).

Con lo yoga ed in particolare con la pratica di Mula bandha possiamo aiutare sia a fortificare i muscoli troppo rilassati che a decontrarre quelli eccessivamente tonici, in poche parole possiamo riequilibrare la situazione.

 Naturalmente quando si parla di pratiche sottili e di bandha, l’attenzione non cade puramente sull’aspetto fisico, esso è solo uno dei benefici delle asana e in generale dello yoga.Lo yoga infatti  attribuisce vitale importanza a questa zona anche a livello energetico, dal momento che in questa zona ha sede Muladhara Chakra, il nostro primo chakra o centro psichico, nel quale interno dimora Shakti Kundalini l’energia addormentata sotto forma di serpente avvolto in tre spire e mezzo attorno al Lingam Svayambhu (generato da solo), quella che nei testi tantrici viene chiamata “energia primaria”.

Muladhara è il chakra dell’origine, quello da cui parte il cammino dello yoga, dall’esperienza più materiale e terrena.

Il lavoro più completo, raffinato e profondo si esegue con l’aiuto dei Bandha, in maniera specifica in questo caso di Mula Bandha, tecnica che si prefigge di isolare Muladhara per stimolare la risalita attraverso il canale mediale (nadi) Sushumna , dell’energia Kundalini.

Mula Bandha

La parola sanscrita Mula significa radice, fondamenta, e insieme alla parola Bandha si riferisce alla contrazione di Muladhara Chakra, sede della Kundalini. Mentre a livello fisico è la contrazione dei muscoli perineali.

Col perdurare della pratica si andrà a favorire lo scioglimento di Brahma granthi, il nodo psichico proprio di Muladhara.

Per capire a fondo la pratica di Mula bandha dobbiamo avere chiara la struttura di base delle pelvi, così da poter isolare il movimento di una parte rispetto ad un’altra, questo è possibile grazie alla pratica di Ashwini mudra, Mula Bandha e Vajroli o sahajoli mudra.

Rispettivamente:

Ashwini mudra: contriamo l’area anale comprendente lo sfintere anale esterno e i muscoli elevatori dell’ano (pubococcigeo, ileo coccigeo e puborettale)

Mula Bandha: L’aria tra l’ano e lo scroto/clitoride; viene contratto il corpo perineale/ cervice

Vajroli o sahajoli mudra: sono contratti i muscoli urogenitali, (che comprendono il traverso superficiale del perineo, l’ischiocavernoso, il bulbospongioso, il trasverso profondo del perineo,e lo sfintere uretrale)

 

Il primo chakra rappresenta il diritto di esistere: per trovare la solidità nel nostro primo chakra dobbiamo possedere un senso istintivo del nostro diritto di esistere, sembra scontato, ma molte persone hanno difficoltà con questo diritto.

“Senza il diritto basilare di esistere sono pochi i diritti che possono essere reclamati (abbiamo diritto di occupare uno spazio? Di stabilire la nostra individualità? Di prenderci cura di noi stessi?). Il diritto di esistere è il diritto di essere, che stà alla base della nostra sopravvivenza e della nostra sicurezza. Un corollario di questo diritto è il diritto di avere, in particolare di avere ciò che è necessario per sopravvivere. A volte posso riconoscere il mio diritto di esistere, ma non essere pronto o avere dei problemi con il mio diritto di possedere qualcosa, che sia del tempo per me stesso, piacere, denaro, beni materiali, amore o apprezzamento. Un bambino non voluto mette in dubbio il suo diritto di esistere e può ottenere in seguito delle difficoltà nell’ottenere in seguito ciò che gli sarà necessario nella vita. Il diritto di avere si trova alla base delle capacità di contenere di tenere e di mantenere e di manifestare che sono tutti aspetti di un primo chakra sano”.(Anodea Judith)

 

Fonti: 

“Mula Bandha: la chiave maestra” Swami Satyanada Saraswati

Le applicazioni dello yoga nel trattamento delle malattie comuni” Dott Swami Karmananda

“Il libro dei Chakra, il sistema dei chakra e la psicologia” Anodea Judith

Chakra, energia vitale” Harish Joahari

Kundalini Tantra” Swami Satyanada Saraswati